La pacciamatura consiste nel ricoprire il terreno attorno alle piante con uno strato di materiale organico o inorganico, utile a mantenere l’umidità, a regolare la temperatura del suolo, a ridurre la crescita delle erbacce e, in certi casi, a migliorare la qualità del terreno stesso. Prima di scegliere cosa utilizzare, è fondamentale capire quali obiettivi si vogliono raggiungere. Se l’obiettivo principale è trattenere l’acqua nelle zone più aride o nei periodi di siccità, si privilegiano materiali in grado di assorbire e rilasciare gradualmente l’umidità. Se invece si desidera arricchire il terreno con sostanza organica, si prediligono materiali che, decomponendosi, favoriscono la vita microbica e rilasciano nutrienti. Un buon strato di pacciamatura protegge anche le radici dal gelo invernale e dal caldo eccessivo in estate, limitando le escursioni termiche che possono stressare la pianta. Comprendere quindi queste funzioni aiuta a scegliere il materiale più adatto alle esigenze specifiche del proprio orto o giardino.
Indice
- 1 Materiali organici per la pacciamatura
- 2 Materiali inorganici per la pacciamatura
- 3 Scelta in base al tipo di coltivazione
- 4 Modalità di applicazione e spessore consigliato
- 5 Vantaggi e svantaggi dei diversi materiali
- 6 Tempi migliori per applicare la pacciamatura
- 7 Consigli finali per una pacciamatura efficace
Materiali organici per la pacciamatura
Tra i materiali più diffusi per la pacciamatura organica vi sono segatura di legno, paglia, trucioli di corteccia, foglie secche e compost maturo. La segatura di legno è ideale per piante ornamentali e arbusti perché, una volta applicata, forma uno strato che limita la penetrazione di luce alle erbacce e trattiene umidità; non va però utilizzata intorno alle piante giovani o a quelle con radici superficiali, perché la decomposizione rapida sottrae azoto al terreno. La paglia, simile all’erba tagliata ma più leggera, è perfetta per l’orto a fine primavera: va stesa sul terreno pulito da erbacce appena rimosse, creando un tappeto alto circa cinque o sei centimetri, che evita al terreno di compattarsi e protegge le radici delle piantine più delicate. In alternativa, i trucioli di corteccia, che si trovano in commercio di diverse pezzature, regalano un effetto più duraturo, tipico dei giardini inglesi, ma devono essere usati in quantità contenute, perché si decompongono lentamente e possono produrre tannini che limitano la disponibilità di nutrienti in alcune specie orticole. Le foglie secche raccolte in autunno rappresentano un’altra risorsa gratuita: vanno accantonate in un angolo del giardino fino a quando non si trasformano in un velo uniforme, per poi essere sparpagliate sui filari o intorno a rose e ornamentali, favorendo l’arricchimento del terreno e l’azione protettiva durante l’inverno. Infine, il compost maturo, ottenuto dalla fermentazione di scarti vegetali e stallatico, può fungere sia da pacciamatura sia da fertilizzante leggero: si spalma in uno strato sottile attorno alle piante, fornendo nutrienti durante la decomposizione.
Materiali inorganici per la pacciamatura
Quando si cercano soluzioni più stabili nel tempo, si ricorre a materiali inorganici come la fibra di cocco, i teli pacciamanti, il fine ghiaietto o il lapillo vulcanico. La fibra di cocco è un tessuto naturale lavorato a bordo delle coste tropicali, che trattiene bene l’umidità e si decompone lentamente, senza impoverire il terreno; è perfetta per piante acidofile come ortensie e azalee, perché il substrato rimane leggermente acido. I teli in tessuto-non-tessuto sono stesi direttamente sul terreno e fissati con picchetti, consentendo il passaggio di acqua e aria ma impedendo la crescita delle erbacce; vanno praticati piccoli fori nei punti di emergenza delle piantine esistenti. Non forniscono nutrienti, ma garantiscono una manutenzione minima e possono durare due o tre stagioni prima di essere sostituiti. Il fine ghiaietto o la sabbia lavata, tipici di giardini Zen o giardini di piante grasse, formano uno strato di circa due centimetri che riduce simultaneamente l’evaporazione e la formazione di pozzanghere. Questi materiali, però, trattengono meno l’azoto e non costituiscono riserva nutrizionale, pertanto vanno affiancati a fertilizzazioni periodiche. Il lapillo vulcanico, leggermente più pesante, si presta a giardini rocciosi e aiuole mediterranee, dove il clima caldo richiede un’elevata capacità di drenaggio: il lapillo, grazie alla sua porosità, assorbe una parte dell’acqua di irrigazione e la rilascia lentamente, garantendo al terreno di respirare.
Scelta in base al tipo di coltivazione
Nei campi ortivi, tra le file di pomodori, zucchine e cetrioli, la paglia e la pula del riso rappresentano le soluzioni più pratiche ed economiche. Distribuita a inizio estate, la paglia permette di mantenere uniforme il livello di umidità in prossimità del colletto delle piante, riducendo il rischio di marciumi al contatto con il terreno e limitando la diffusione di peronospora. La pula di riso, meno pesante, è adatta alle colture più delicate, come lattughe e cavoli, dove serve soprattutto evitare il contatto diretto con la terra. Nei frutteti, intorno a piante giovani come meli o peri, si utilizzano spesso trucioli di corteccia o triturato di legno non trattato, che impediscono alla vegetazione infestante di competere con le radici e, decompostandosi lentamente, forniscono sostanza organica che migliora nel tempo la struttura del terreno. Nei giardini di piante ornamentali, tra rose e fioriture estive, si prediligono materiali che valorizzano l’estetica—come il lapillo colorato o la corteccia di pino—che non solo proteggono, ma arricchiscono con contrasti cromatici la composizione delle aiuole.
Modalità di applicazione e spessore consigliato
È importante stendere la pacciamatura solo quando il terreno è asciutto e privo di erbacce. Nel caso di materiali organici, è preferibile attendere che siano già parzialmente decomposti, come nel caso delle foglie secche che si sono disfatte durante l’inverno, perché un materiale troppo fresco assorbe l’azoto dal terreno, rubando nutrimento alle piante. Per la pacciamatura in orto, uno spessore di cinque‐sei centimetri di paglia o di trucioli è sufficiente per impedire la crescita delle piante infestanti, mentre per i materiali più leggeri come la pula di riso bastano tre‐quattro centimetri. Nelle aiuole ornamentali, uno strato sottile di lapillo (due‐tre centimetri) o di corteccia (quattro centimetri) svolge egregiamente la funzione protettiva senza soffocare l’apparato radicale superficiale. Se si utilizzano teli pacciamanti, è necessario praticare fori di almeno dieci centimetri di diametro in corrispondenza delle piante per consentire la crescita, e assicurarli lungo i bordi del letto di semina in modo che non volino via con il vento. In ogni caso, la pacciamatura va rinnovata o integrata dopo ogni pioggia abbondante, perché l’acqua la dilava o la compatta, riducendone l’efficacia.
Vantaggi e svantaggi dei diversi materiali
I materiali organici, decomponendosi, aumentano la fertilità del terreno e favoriscono la microfauna utile—come lombrichi e microrganismi—ma richiedono una manutenzione più frequente perché si riducono di spessore con il passare dei mesi. La loro capacità di assorbire l’acqua è elevata, ideale in climi caldi o durante ondate di calore, ma innaffiature prolungate possono favorire ristagni nelle radici più superficiali. Al contrario, i materiali inorganici come lapillo, ghiaietto e teli pacciamanti durano più a lungo, riducono drasticamente la manutenzione e non attirano insetti o roditori in cerca di sostanza organica, ma non apportano nutrienti e possono rendere il suolo più compattato con il tempo, richiedendo un’arieggiatura meccanica periodica o l’aggiunta di sostanza organica ai bordi. Le decorazioni in ghiaia colorata o in lapillo vulcanico rendono particolarmente curate le aiuole ornamentali, ma non sono adatte a coltivazioni che necessitano di un suolo vivo e ricco di organismi. I teli pacciamanti, pur mantenendo pulito il giardino e riducendo il diserbo, possono surriscaldare il terreno in piena estate se lo strato non è sufficientemente traspirante, compromettendo la fase vegetativa di piante dal fabbisogno termico moderato.
Tempi migliori per applicare la pacciamatura
Il momento più indicato per pacciamare è a fine inverno o all’inizio della primavera, dopo aver eseguito un’accurata pulizia del terreno da residui di piante infestanti e aver preparato il suolo con le tradizionali lavorazioni: vangatura, livellamento e concimazione di base. In orto, subito dopo la semina o il trapianto delle piantine, si sparge la pacciamatura in modo uniforme, proteggendo il terreno fino all’arrivo delle prime fioriture. In giardino ornamentale, a fine marzo‐aprile si stendono i materiali prima della rinascita vegetativa, garantendo un effetto estetico immediato e una protezione durante le piogge primaverili. Un secondo intervento è consigliabile in autunno, prima delle prime gelate, per mantenere lo strato protettivo durante l’inverno e favorire la degradazione di materiali organici in loco. Evitare di pacciamare in piena estate o appena prima di una lunga siccità, perché l’umidità trattenuta può provocare uno stress eccessivo alle radici se il terreno non riceve più acqua.
Consigli finali per una pacciamatura efficace
Per una pacciamatura davvero efficace, è bene curare la scelta del materiale in base al tipo di coltivazione e al clima locale e osservare il suolo con regolarità. In corrispondenza di piante giovani, gli insetti utili come le coccinelle trovano riparo sotto la pacciamatura, quindi è meglio lasciar spazi di 10–15 centimetri liberi intorno alla piantina più delicata, integrando successivamente il materiale man mano che cresce, in modo da evitare fenomeni di asfissia. Nei terreni argillosi, mescolare la pacciamatura organica con sabbia grossolana o lapillo riduce il rischio di irrigazioni troppo lente e favorisce un rapido deflusso dell’acqua in eccesso. Durante l’intera stagione vegetativa, monitorare ogni mese lo spessore e lo stato della pacciamatura permette di aggiungere soltanto le quantità necessarie, riducendo sprechi e costi. Con questi accorgimenti, la pacciamatura diventa un ausilio prezioso per ogni coltivazione, migliorando la resa dell’orto, la bellezza delle aiuole ornamentali e la salute a lungo termine del terreno.